Ha avuto luogo a Pistoia il 4 dicembre scorso presso la Sala Bigongiari della Biblioteca San Giorgio la presentazione del libro “Senza giusta causa – Le donne licenziate per rappresaglia politico-sindacale a Bologna negli anni ’50“, di Eloisa Betti ed Elisa Giovannetti, pubblicato nel 2014 da Editrice Socialmente. Insieme alle autrici ne hanno discusso Gessica Beneforti, Segretaria CGIL di Pistoia, e Anna Salfi, Presidente della Fondazione Argentina Bonetti Altobelli-
Il libro di Eloisa Betti ed Elisa Giovannetti affronta il tema dei licenziamenti per rappresaglia politico-sindacale, che colpirono militanti del partito comunista, socialista o attivisti della CGIL, a Bologna tra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’50, rappresentando un fenomeno di portata nazionale. In quel periodo, la città emiliana fu la capitale per eccellenza della guerra fredda e venne segnata da un forte conflitto sociale e forme di repressione violente da parte del potere centrale e delle forze di polizia.
Il ruolo delle donne nelle lotte contro i licenziamenti e la loro massiccia presenza tra i licenziati sono stati finora minimizzati se non addirittura ignorati dalle ricostruzioni storiche, dando vita ad una memoria collettiva declinata esclusivamente al maschile. Nella prima parte del volume, la ricerca storica di Eloisa Betti riporta alla luce la storia dimenticata delle donne licenziate, svelando attraverso una pluralità di fonti non solo il ruolo femminile in quegli eventi ma anche la doppia discriminazione politica e di genere di cui quelle donne furono vittime. È dalla ricostruzione delle lotte e dei vari tentativi, dagli esiti più o meno felici, di ricostruirsi un percorso lavorativo dopo i licenziamenti, che emerge il coraggio con cui esse combatterono le discriminazioni nel tentativo di affermare i loro diritti di lavoratrici.
Nella seconda parte del volume, la ricerca iconografica condotta da Elisa Giovannetti su repertori fotografici editi e inediti e sulla stampa politico-sindacale, indaga la rappresentazione delle donne nelle lotte del movimento operaio bolognese e nelle vertenze contro i licenziamenti, delineando un immaginario visivo al femminile del contesto politico, culturale e sociale di quegli anni.