Progetto biografie delle sindacaliste in E-R: la presentazione di Anna Salfi

La Fondazione Argentina Bonetti Altobelli promuove il progetto pluriennale “Profili biografici di sindacaliste emiliano-romagnole”, in collaborazione con il Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna. Presentato per la prima volta Bologna il 23 ottobre 2013 alla presenza di Susanna Camusso, il progetto è coordinato da Fiorenza Tarozzi, Docente dell’Università di Bologna, ed Anna Salfi, Presidente della Fondazione A.B. Altobelli.

Il sito fondazionealtobelli.it ospita un’area dedicata al Progetto, a questo indirizzo, con tutto il materiale storiografico, testuale e fotografico, raccolto e sistematizzato dalle ricercatrici dell’Università di Bologna.

Chi sono le nove donne ritratte nell’invito? Scoprilo a questo indirizzo.

Anna Salfi introduce così il progetto:

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Questo progetto nasce da un dispiacere e da un impegno conseguente. Nel maggio del 2006 a Milano la Cgil celebrava il suo centenario. Ma, in tutti i passaggi… mancavano le donne!

Solo il libro dello Spi “Donne in Cgil: una storia lunga un secolo” curato da Betty Leone, l’allora Segretaria generale, segnava la loro presenza ed il loro transito nella Cgil. In cento anni di Cgil!
Ma le donne, le tante donne dei presidi, degli scioperi, delle assemblee, dove erano finite?

La loro assenza era stato un fatto casuale? Ci chiedevamo. Eppure nel Comitato costituito appositamente per le celebrazioni le donne c’erano ed erano anche donne che avevano, come si dice oggi, una sensibilità di genere. Come mai non se ne erano occupate? Cosa era successo?

Era successo quello che accade molto spesso e cioè che la loro presenza, le loro battaglie e le loro conquiste, che avevano sì cambiato le condizioni di uomini e di donne che lavorano, erano state considerate in maniera “oggettiva”, di risultato diremmo oggi. L’omissione era, dunque, un’omissione di soggettività, di tante soggettività che venivano così cancellate. A questo bisognava porre rimedio.

Io e le altre compagne di allora protestammo ed ottenemmo una proposta di recupero che sfociò nella ricerca poi pubblicata nel 2008 dal titolo “Mondi femminili in cento anni di sindacato”. Una ricerca che anche in occasione di questo progetto si è rivelata utile ed opportuna, ma che, ancora una volta si dedicava al profilo politico e sindacale della battaglie e delle conquiste che avevano riguardato le donne, non già alle donne stesse .

Ma questa “istintiva”rimozione non era solo ascrivibile all’orgoglio maschile di esserci, era dovuta anche ad un vizio – tutto femminile – di non curarsi di “segnare” la storia. Un vizio e non già una virtù perché segnare la storia, gli eventi, le conquiste non è un fatto di vanità, non lo è sempre e non lo è, almeno in questo caso.

Segnare la storia, la propria presenza nella storia è anche un dovere verso chi viene dopo, verso gli altri e le altre che, a fatica si misurano con la vita pubblica e che hanno bisogno di esempi, di insegnamenti e di capire che i nodi della vita quanto della storia sono sempre gli stessi, e che solo si ripropongono in contesti mutati.

Oggi lo sforzo che la Cgil fa per intercettare fuori dalle Camere del lavoro i giovani, i precari avviluppati in un mondo complesso e privo di tutele è, in tutto e per tutto paragonabile – con le ovvie e dovute differenze – allo sforzo fatto da Argentina di rimediare allo svuotamento delle Camere del lavoro di allora, scegliendo di spingere la sua azione di propaganda e di proselitismo direttamente nei campi, andando incontro a chi aveva bisogno senza rinunciare ad ogni forma di persuasione e di elevazione morale.

Lo abbiamo potuto vedere nella messa in opera ad Imola della “Zappa sui piedi”, un suo semplice lavoro teatrale che mirava all’educazione e all’elevazione dei contadini e delle contadine di allora.

Oggi, invece, il Progetto che presentiamo e che parte da un’intesa tra la Fondazione Argentina Bonetti Altobelli unitamente al Dipartimento di discipline storiche dell’Università di Bologna ha come obiettivo proprio le innumerevoli soggettività femminili che hanno composto a pieno titolo la storia sociale e sindacale della nostra regione, l’Emilia-Romagna, a partire dal ruolo svolto da Argentina Bonetti Altobelli cui la Fondazione è intitolata.

Sta in ciò l’intento di far conoscere ed apprezzare queste donne, di riportarle all’attenzione comune, di preservarne la memoria e di trarre dalla loro opera insegnamenti, esempi di coraggio e di perseveranza ed anche conforto in questi momenti di incertezza.
Ripercorrere queste storie singole e singolari non è solo importante, è anche molto bello ed infonde coraggio e speranza, quello di cui più che mai oggi abbiamo bisogno.

E poiché, come si diceva, la storiografia dominante omette, molto spesso, di mettere in evidenza il contributo che le donne hanno dato alle conquiste sindacali del nostro Paese e spesso ne citano l’opera come, altrettanto spesso, ne dimenticano la storie, la personalità, la vita e finanche il nome, il progetto intende proprio ricostruire e valorizzare le biografie delle sindacaliste emiliano-romagnole di origine o di adozione, che hanno svolto attività sindacale nel corso del 1880-1980: giusto cento anni

Da un lato intendiamo valorizzare e promuovere la conoscenza di quei profili (es. Argentina Bonetti Altobelli, Maria Goia, Ines Oddone Bitelli, Maria Margotti) che sono già stati oggetto di ricerca storica e al centro dell’organizzazione di convegni, conferenze, seminari e corsi di formazione sindacale. Dall’altro, ricostruire le biografie di quelle sindacaliste, più o meno note, che non sono state ancora oggetto di una ricerca specifica o perché ancora in vita (es. Maria Bassi, Vittorina dal Monte, Adriana Lodi e tante altre).

Ma questo non sarà solo un progetto di studio o di promozione postuma perché, alla fase che oggi segue all’allestimento del lavoro, del sito , delle rilevazioni e, attraverso l’incontro con le lavoratrici e le sindacaliste tutt’ora impegnate nella Cgil o con le donne che, nei singoli territori, sono depositarie di una memoria non scritta, si proverà a ricostruire in maniera scientificamente puntuale e partecipata le singole biografie (per i casi più noti) o anche le sole schede anagrafiche, lì dove il materiale raccolto dovesse risultare minimo.

Infine, saranno indagati e valorizzati i giacimenti documentali ed iconografici, presenti nelle singole Camere del lavoro, utilizzando tutta la ricchezza e le potenzialità offerte dalla Rete degli Archivi storici della Cgil dell’Emilia Romagna che custodisce, tutt’ora, materiali spesso inediti e sconosciuti. Oggi presentiamo il senso e lo start-up del Progetto accompagnando la presentazione con alcuni dei profili che abbiamo approfondito per l’occasione e che saranno reperibili nell’apposito data-base inserito nel sito più generale della Fondazione “Argentina Bonetti Altobelli”.

Abbiamo impegnato nel lavoro tre giovani ricercatrici, Elena Musiani, Simona Salustri, Eloisa Betti che illustreranno alcune specificità, mentre Elisa Giovannetti ci intratterrà sulla relativa iconografia a dimostrazione che la qualità del lavoro può ben andare d’accordo con la giovane età. Sono ragazze in gamba e che hanno trovato in questo lavoro non solo un’occasione di crescita personale, ma anche politica.

Un grazie particolare va Fiorenza Tarozzi, Responsabile scientifica del progetto, per la sua perseveranza e la sua dedizione disinteressata verso le donne e la Cgil e non solo, e a Donatella Allegro, attrice e tante altre cose ancora, che si è appassionata al nostro lavoro e che chiuderà questo pomeriggio con alcune letture selezionate.

Infine, un grazie immenso a Susanna Camusso per aver salvaguardato la sua presenza a questa nostra iniziativa nonostante il vorticoso succedersi degli eventi e che ci ha dimostrato, ancora una volta la sua dedizione alla storia delle donne di ieri e di oggi.

A voi tutti
Buon Pomeriggio!”

Anna Salfi
Presidente della Fondazione di Studi storici e sociali “Argentina Bonetti Altobelli”