In occasione del Primo Maggio, pubblichiamo di seguito uno scritto di Anna Salfi, Presidente della Fondazione Argentina Bonetti Altobelli, che ha voluto introdurre la Festa dei Lavoratori, che cade quest’anno in un momento particolarmente difficile, con un videomessaggio.
Invece a questo link è disponibile una lista di tutte le iniziative sostenute dalla Fondazione per il Primo Maggio 2020.
E’ “di maggio” il mese del lavoro
“Il primo maggio è la festa del lavoro ed è “di maggio” anche la ricorrenza dello Statuto dei lavoratori. Dai fatti di Chicago del 1866, il primo di maggio in tutto il mondo viene celebrata la Festa del Lavoro. Nel corso degli anni non è stata sempre una celebrazione unitaria. A seguito delle scissioni del 1948, dalla CGL unitaria nata a Milano nel 1906, sono nate in Italia le tre Confederazioni maggiormente rappresentative e solo dopo 23 anni, CGIL CISL UIL sono tornate a celebrarlo insieme nel 1971.
Anche allora erano tempi di crisi, una crisi energetica, petrolifera che impose la cosiddetta Austerity. In quel contesto, il processo unitario riprese. Mosso dalla premessa e dalla spinta dei movimenti del 1968-69 e sotto la richiesta di partecipazione emersa nei posti di lavoro, le organizzazioni sindacali, ridavano impulso alla tensione unitaria. Forze politiche ed economiche, dopo aver minimizzato la volontà unitaria presente nel sindacato, si sarebbero dovute ricredere e avrebbero dovuto accettare ciò che, invece, realmente rappresentava: un passo in avanti e ulteriore nel processo non sempre lineare dell’unità sindacale e una più accentuata affermazione dell’autonomia verso le forza politiche del tempo.
Il movimento dei lavoratori propendeva così maggiormente verso un’azione unitaria più aderente alla reale volontà dei lavoratori e poneva sul piano della fattibilità concreta l’esigenza di realizzare un cambiamento radicale della stessa società italiana. Tale scelta strategica ha contribuito in maniera determinante a dare sfogo alle tensioni sociali che chiedevano un rinnovamento totale della società italiana e che si realizzò lungo la stagione delle riforme propria degli anni ’70. Nel 1971 la ricomposta unità sindacale celebrò con assemblee e comizi anche la ricomposizione di un rapporto tra organizzazioni sindacali, operai e studenti che insieme parteciparono alle manifestazioni unitarie. Questo un mondo fa.
Oggi i sindacati uniti affrontano ancora una volta gli impatti di una crisi che si presenta globale e multifattoriale perché non solo economica, ma anche sanitaria e sociale. L’interlocuzione autorevole del sindacato con le forze di governo oggi presidiano la lenta ripresa economica per garantire che con essa non vengano messe in discussione le tutele e le prescrizioni necessarie ad assicurare a chi riprenderà il lavoro e a chi non ha mai smesso, un agire in sicurezza e contro il contagio da COVID-19.
CGIL CISL UIL affrontano la crisi in piena rivoluzione tecnologica e digitale cimentandosi sulla pratica concreta di una contrattazione inclusiva che miri a tenere insieme i diritti di un mondo del lavoro estremamente parcellizzato e differenziato, influenzato come non mai dai processi di globalizzazione e che mettono in luce esigenze nuove di riorganizzazione sul piano globale anche per le organizzazioni sindacali.
Nei prossimi giorni ricorderemo anche l’adozione dello Statuto dei lavoratori avvenuto esattamente 50 anni fa che per primo ha dato una risposta all’attuazione dell’art. 3, c. II della Costituzione italiana nella parte in cui afferma che:
“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.”
Possiamo perciò affermare, a ragion veduta che si è “di maggio” il mese del lavoro
Anna Salfi
Presidente della Fondazione Argentina Bonetti Altobelli