Sarà dedicato alla memoria di Leda Colombini l’incontro “La storia di Leda continua…”, in programma il 12 marzo a Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia. L’incontro è organizzato dall’Auser di Reggio Emilia, in occasione delle celebrazioni per il suo trentennale, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Fabbrico. Appuntamento dalle ore 15,00 alle 17,00 al Teatro Comunale Pedrazzoli di Fabbrico.
Dopo i saluti istituzionali di Vera Romiti, Auser Reggio nell’Emilia, ed Elisabetta Pozzetti, Comune di Fabbrico, ci sarà un intervento teatrale a cura di Elisa Lolli, NoveTeatro, con il Coordinamento di Anna Salfi, Presidenza Auser Emilia-Romagna. L’incontro fa parte delle iniziative collegate al progetto Profili biografici di sindacaliste emiliano-romagnole 1880-1980, che ha dedicato a Leda Colombini una delle biografie.
Scrive Salfi: “La figura di leda Colombini è una di quelle che fatica ad essere conosciuta fuori dalla ristretta cerchia locale non certo per il suo profilo, né per la poliedricità sindacale e politica. Forse per quella caratteristica tutta emiliana e femminile legata al fare, ai risultati, al senso di militanza e, in fin dei conti, ad una pragmaticità che, troppo spesso non consegna alla Storia una storia privata e pubblica che avrebbe molto da dire e da dare.
A Fabbrico (RE) tutti la conoscono eppure, se non fosse per l’Auser, che le ha dedicato la sede della propria Università popolare, pian piano, la sua storia e con lei la storia di una periodo rilevante e difficile della storia di tutti noi si perderebbe nel tempo.
E’ proprio questo che non vogliamo perché vogliamo, invece, segnare con segni tangibili – come l’intestazione ad un luogo – o intangibili – come il passaggio di testimone a giovani e studenti, la storia vissuta da Leda Colombini e il ricordo non nostalgico dei tempi della ricostruzione post-bellica. In quegli anni coloro che avevano combattuto anche fisicamente per la conquista della democrazia furono chiamati a realizzarla concretamente attraverso un impegno collettivo, generoso che si trovò subito ad affrontare i rigurgiti di chi per politica o per interesse si opponeva alla realizzazione materiale della Repubblica italiana democratica fondata sul lavoro”.