Leda Colombini nacque a Fabbrico (RE) nel 1927 in una famiglia di braccianti agricoli. Il padre morì precocemente, la madre fu mondina in risaia per mantenere con lei le tre sorelle. Completò gli studi elementari ma, nonostante l’inclinazione all’apprendimento, ben presto dovette abbandonare lo studio per lavorare nei campi, bracciante anche lei come i suoi genitori. Partecipò alla lotta di Liberazione da partigiana e, finita la guerra, si iscrisse al Partito comunista italiano PCI. Fece parte dei Gruppi di Difesa della Donna, quindi aderì all'Unione donne italiane UDI. Divenne responsabile UDI di Fabbrico (RE) e nel 1948 ebbe inizio la sua formazione politica dapprima a Milano presso la Scuola nazionale quadri del Partito comunista italiano PCI e, nel 1951, presso l’Istituto Togliatti, meglio conosciuto come ”Scuola delle Frattocchie”. A seguito di tale esperienza, fu chiamata all’impegno sindacale presso la Camera del Lavoro di Reggio Emilia diventando responsabile della locale Federterra. Nel 1949 le fu affidato il compito di coordinare la campagna interregionale della monda; in tale occasione, ebbe modo di esercitare il suo compito anche nelle campagne delle province risicole adiacenti: Pavia, Novara, Vercelli, Milano. Con il primo congresso della Federbraccianti del 1948 venne eletto Segretario generale Luciano Romagnoli a soli 24 anni e con lui molti altri giovani fra i 20 e i 29 anni furono chiamati ad assumere impegni di direzione nazionale; fra questi anche Leda Colombini che divenne responsabile della Commissione nazionale femminile della Federbraccianti. Con il Congresso della Federbraccianti del 1949, a soli 22 anni, Leda entrò a far parte della Segreteria nazionale in un periodo di duro scontro sociale e di interventi violenti da parte delle forze dell'ordine. L'anno 1949 è l'anno dello sciopero generale dei braccianti per la conquista del Contratto collettivo nazionale di lavoro per oltre 2 milioni di braccianti e di salariati agricoli, il cosiddetto "sciopero dei 40 giorni". Lo sciopero si svolse in un clima di tensione tra i manifestanti e le forze dell'ordine e sul quale pesava sia la rottura dell'unità sindacale che la presentazione da parte della Cgil del Piano del Lavoro, una vera a propria alternativa programmatica che sfidava il Piano Marshall adotato dal Governo. Durante le agitazioni si registrarono ben 17 morti; in una delle manifestazioni, il 17 maggio 1949 a Filo d'Argenta (FE) perse la vita Maria Margotti. Migliaia furono gli arresti e i fermi tra i manifestanti e i dirigenti sindacali. L'anno seguente, nel 1950 Leda curò l’organizzazione delle “Assise delle Mondine” coinvolgendo le mondine delle province di emigrazione dell’Emilia, del Veneto e dell’alta Lombardia e, negli anni seguenti, intensificò il suo impegno sindacale dedicandosi al miglioramento della vita e del lavoro nelle campagne con una particolare attenzione alle campagne meridionali. Risale al 1969 il passaggio agli organismi di partito del Pci di Roma come responsabile della Commissione femminile. Nel 1970 fu eletta Consigliera regionale per il Pci, fu riconfermata nel 1975 anno in cui divenne Assessora ai Servizi sociali, riconfermata, ancora nel 1980. Restò in carica sino al 1983, data in cui si dimise per essere eletta alla Camera dei Deputati, per due mandati fino al 1992. In Parlamento, ricoprì incarichi nelle Commissioni di ambito sociale e degli enti locali; fu componente della Commissione interni e della Giunta delle elezioni. Sue le proposte di legge quadro sul volontariato e sui portatori di handicap nonché quella relativa all’abolizione dei limiti di altezza nei concorsi pubblici, legge che fu approvata all’unanimità. Al termine dell’impegno parlamentare entrò a far parte della Lega delle Autonomie locali e divenne Presidente dell’Associazione di volontariato “A Roma insieme”. Il suo impegno verso le donne e i deboli connotò ogni attività svolta e ne fu sugello la morte avvenuta all’uscita dal carcere di Regina Coeli dove aveva appena tenuto un incontro dedicato alle donne in carcere e ai loro figli. Sposata con Angiolo Marroni, ebbe due figli Sergio e Umberto. A lei è intitolata l'Università del tempo libero di Fabbrico (RE).