Lorenzoni Vanna (1948- )

Vanna Lorenzoni
COGNOME Lorenzoni
NOME Vanna
DATA DI NASCITA 21/07/1948
LUOGO DI NASCITA Bologna
DATA DI MORTE
LUOGO DI MORTE
STATO CIVILE vedova
TITOLO DI STUDIO Laurea in Economia e Commercio
PROFESSIONE ricercatrice
APPARTENENZA POLITICA comunista, democratica
ISCRIZIONE A UN PARTITO Federazione giovanile comunista italiana FGCI; Partito comunista italiano PCI; Partito democratico della sinistra PDS; Democratici di sinistra DS; Sinistra ecologia e libertà SEL; Partito democratico PD
ORGANIZZAZIONE SINDACALE CGIL: Camera del Lavoro di Torino; Federazione italiana lavoratiri tessili e abbigliamento FILTEA; Federazione italiana operai metalmeccanici FIOM; Sindacato dei pensionati italiani SPI; AUSER
LUOGHI DI ATTIVITÀ Bologna; Torino
 
PROFILO BIOGRAFICO

Nacque a Bologna il 21 luglio 1948, qualche giorno dopo l’attentato a Palmiro Togliatti del 14 luglio, fatto che le ricordò sempre il padre Gino, operaio comunista tornato invalido dalla guerra e dalla prigionia in Germania. La madre, Lidia Zambelli, casalinga e sarta era anche lei di orientamento comunista e lettrice di “Noi Donne”. Trascorse l’infanzia in condizione di povertà “dignitosa”; in quella che era una famiglia unita, mancavano tutte le comodità, ma non l’amore, la serenità e la felicità. La loro vita era animata dalle continue frequentazioni alle riunioni politiche delle cellule comuniste e ai comizi. Condivise con i genitori una convinzione profonda sulla importanza dell’acquisizione della laurea universitaria ed era determinata a perseguire la sua indipendenza, convinta sin da giovane, di non calcare le orme della vita casalinga della madre. A soli 14 anni si iscrisse alla Federazione giovanile del partito comunista, quando Segretario della Fgci era Achille Occhetto. Tra le articolazioni interne del partito scelse l’area ingraiana, all’epoca contrapposta a quella amendoliana, ma con la determinazione ferrea a mantenere una propria visione e un proprio punto di vista secondo il motto “Io sono mia!”, di seguito fatto proprio dal femminismo. Nel 1969 si iscrisse alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna, laureandosi nel 1973 con una tesi in Statistica sugli indici di valutazione dei salari metalmeccanici. Partecipò, con altri, alla fondazione della Suc - la Sezione universitaria comunista e, sino alla fine degli studi universitari, ne fu tra gli attivisti. Coerentemente con l’alleanza stretta in quegli anni tra il movimento degli studenti e quello degli operai, iniziarono i suoi contatti con gli ambienti sindacali della Fiom di Bologna e furono significativi i suoi rapporti con Claudio Sabattini e Francesco Garibaldo. La collaborazione tra studenti medi e universitari con i sindacalisti e gli operai della Fiom non si espresse solo in termini di partecipazione comune a picchetti o manifestazioni, ma anche in termini di partecipazione alle ricerche sindacali effettuate in merito alle condizioni di lavoro, ai diritti e ai salari nonché sui processi di decentramento produttivo che erano in corso e fu proprio questa ad essere la base documentale della sua tesi di laurea. Dopo aver concluso gli studi universitari e alcune prime e parziali esperienze lavorative, tra cui un incarico part-time presso l’Istituto Gramsci di Bologna, continuò la sua attività di ricerca con il sindacato, con un’indagine relativa al settore dei lavoratori tessili, dell'abbigliamento e del calzaturiero, l'allora Filtea, diretto a Bologna da Paolo Pedrelli, approfondendo l’analisi dei processi di ristrutturazione aziendale incorsi in tali comparti produttivi. La svolta nell'attività sindacale arrivò nel 1975, quando durante la Conferenza nazionale di Rimini organizzata unitariamente dalle tre confederazioni Cgil Cisl Uil, ebbe l'occasione di illustrare i risultati della sua ricerca. Fu a seguito di ciò che Renato Lattes, allora componente della Segreteria della Cgil di Torino le propose di trasferirsi nella città della Mole e di avviare un’analisi sulla riorganizzazione dell’apparato produttivo del Gruppo Finanziario Tessile che allora contava 12.000 dipendenti e diversi stabilimenti. Il segretario generale della Camera del Lavoro di Torino, Tino Pace, che la fece assumere nel novembre del 1975 alla Filtea, si dimostrò, per lei, un vero maestro nell'orientarla all'interno del complesso e nuovo universo produttivo torinese. Fu un periodo di crescita sindacale importante e di incontri decisivi: Tino Pace, Emilio Pugno, Fausto Bertinotti, Cesare Damiano e Claudio Sabattini, i dirigenti con cui collaborò. Quest’ultimo, arrivato a Torino nel 1980 per condurre le trattative con la Fiat e divenuto più tardi dirigente della Cgil Piemonte, fu determinante per la valorizzazione di Vanna e della sua esperienza sindacale. Nel 1985 Vanna chiese a Cesare Damiano, allora Segretario generale della Fiom di Torino, di poter passare dalla categoria dei tessili a quella dei metalmeccanici. Fu accontentata ed entrata nella Fiom Cgil di Torino presso la Lega delle piccole e medie fabbriche del quartiere S. Paolo, le fu chiesto di seguire ben 55 imprese del settore, incarico che svolse senza mai dimenticare l’impegno militante a favore delle donne. A Torino già dal 1975 si era consolidata una forte unità sindacale tra le sindacaliste delle tre organizzazioni confederali che avevano dato battaglia per l’ingresso delle donne in quelle fabbriche che, come la Fiat, avevano un personale prevalentemente maschile e nel 1979 l’azione delle donne aveva ottenuto l’unificazione delle liste di collocamento. Continue erano state le azioni di contrasto contro la destinazione ai lavori più pesanti e ingrati delle neo-assunte, la contrattazione dell’orario di lavoro e del part –time per evitare che dal suo utilizzo ne derivasse una ghettizzazione lavorativa e professionale delle donne. Tali fatti avevano determinato una rivoluzione organizzativa nei siti produttivi e indotto cambiamenti radicali anche negli stessi modi di essere e nelle abitudini più personali. Istanze, mobilitazioni e conquiste che videro Vanna sempre attiva. Altrettanto importante fu la partecipazione alle attività del Centro donne Fiom del Piemonte cui collaborò unitamente a Alessandra Mecozzi, Eufemia Ribichini, Enrica Colombo, Marilde Provera e all’esperienza dell'Intercategoriale donne Cgil Cisl Uil di Torino (1975-1985), tasselli fondativi del femminismo sindacale. A seguito della fine traumatica della esperienza sindacale unitaria, le donne della Cgil torinesi diedero origine a “Sindacato Donna nella Cgil”. Nel 2002 promosse, in collaborazione con i Coordinamenti donne di Cisl e Uil la ricostruzione dell’esperienza dell’Intercategoriale Donne di Torino (1975-1986). Tanti, diversi e rilevanti i ruoli ricoperti nel sindacato Cgil di Torino e piemontese come quello di essere stata la prima donna eletta Segreteria generale della Cgil di Torino nel 2002 e, di seguito nel 2005, ormai in pensione, Segretaria generale dello Spi di Torino. L’attività di ricerca, quella di contrattazione, così come l’impegno femminista le traiettorie lungo le quali si sviluppò l’intero impegno sindacale. Nel 1989, l’incontro con Vittorio Rieser sposato nel 1999 che fu una presenza fondamentale tanto sul piano privato che su quello del confronto politico e sindacale. Non ebbero figli. Dalla Segreteria della Camera del Lavoro e da Segretaria Generale del Pensionati sperimentò con successo la contrattazione sociale, in particolare sul recupero delle periferie e per il contrasto alla dispersione delle competenze nella terza età dando vita al progetto “Se non sai non sei” con tantissimi insegnanti in pensione, impegnati a sostenere la formazione di bambini, ragazzi, carcerati, immigrati e anziani sull’informatica. Dal 2019 all'Auser di Torino svolge da volontaria attività e progetti culturali.
 
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti: Questionario raccolto per il progetto "Profili biografici di sindacaliste emiliano-romagnole (1880-1980)", Fondazione Argentina Bonetti Altobelli. Bibliografia: "Gli uomini e le donne della CGIL" 1944 - 2006. Ediesse 2007; Francesca Bolino, Intervista del 21 giugno 2020 su La Repubblica - Torino, Vanna Lorenzoni "Una vita da comunista Lo ero già a cinque anni" - La prima donna a guidare la Camera del Lavoro di Torino e un'esistenza tutta dedicata al sindacato; Nicoletta Giorda, (a cura di) "Fare la differenza" - L'esperienza dell'Intercategoriale donne di Torino (1975-1986), Edizioni Angolo Manzoni, Torino 2003
 
IMMAGINI
 
LINK
CREDITS
scheda compilata da: Anna Salfi