COGNOME | Raboni |
NOME | Clelia |
DATA DI NASCITA | 15/10/1941 |
LUOGO DI NASCITA | Piacenza |
DATA DI MORTE | |
LUOGO DI MORTE | |
STATO CIVILE | divorziata | TITOLO DI STUDIO | Licenza media |
PROFESSIONE | impiegata |
APPARTENENZA POLITICA | socialista; comunista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO | Partito socialista italiano di unità proletaria; Partito comunista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE | Cgil: Camera del Lavoro di Piacenza; Federazione italiana lavoratori commercio, albergo, mensa e servizi; Federazione italiana lavoratori chimici e affini |
LUOGHI DI ATTIVITÀ | Piacenza |
PROFILO BIOGRAFICO Clelia Raboni è nata nel 1941 a Piacenza, da una famiglia antifascista che fu vittima delle persecuzioni del regime: il nonno emigrò durante il fascismo per poter trovare un impiego e il padre lavorò precariamente come intagliatore di legno. Per contribuire al bilancio familiare la madre si occupò come operaia, bracciante, domestica. Le difficili condizioni economiche della famiglia di Clelia, aggravatesi durante il conflitto, ebbero ripercussioni anche sulla sua salute di bambina e la obbligarono ad abbandonare gli studi. A 14 anni iniziò a lavorare come domestica, in seguito trovò un impiego in una piccola fabbrica di dolciumi, dalla quale fu licenziata poco dopo per un'indigestione di cioccolato. Nel 1957, venne assunta all'Inca come impiegata e dopo cinque anni divenne responsabile per le principale aree di attività del patronato: pensioni, infortuni, assegni familiari, disoccupazione, maternità. Nello stesso anno, si iscrisse alla Fgci ed iniziò a partecipare agli incontri del gruppo di intellettuali raccoltisi attorno all'esperienza dei "Quaderni Piacentini". Nel 1962, si iscrisse all'Udi e ne divenne un'attivista, lasciando l'ambito comunista per entrare a far parte del Psiup nel 1964. Vi rimarrà fino al 1972, quando, allo scioglimento del partito, confluì nel Pci. Dopo un decennio di attività all'Inca e come membro della Segreteria della Camera del Lavoro di Piacenza, nel 1967 passò alla Federazione dei lavoratori del commercio, divenendone vice-segretario. Nello stesso anno si sposò con il rito civile, uno dei primi a Piacenza (secondo le sue memorie). Nel commercio, Clelia si impegnò nell'organizzazione degli scioperi nei primi autogrill e collaborò attivamente al lavoro organizzativo e di proselitismo della categoria. Nel 1971, dopo una breve parentesi alla Federbraccianti, divenne segretario generale della Federazione dei lavoratori chimici piacentini. Unica donna in Italia a ricoprire quel ruolo, Clelia venne eletta al Comitato centrale nazionale della categoria. Si impegnò in particolare sul tema della nocività dell'ambiente industriale, promuovendo azioni per bandire l'utilizzo dell'amianto e una maggior attenzione al problema dell'inquinamento. Impegnata sui problemi dell'emancipazione femminile, nel 1976 contribuì alla fondazione del Coordinamento donne Cgil di Piacenza, del quale tuttavia non fu mai responsabile. Nel 1982, lasciò il sindacato e dopo un anno di lavoro presso la Provincia di Piacenza raggiunge i requisiti per la pensione. Rientrò al Sindacato provinciale pensionati nel 1987, divenendone vice-segretario. Vi rimase fino al 1990. Negli anni Novanta, si impegnò in attività di volontariato, fondando l'Auser piacentina, e divenne assessore ai servizi sociali nel comune di Castel San Giovanni (PC). Nuovamente impegnata come segretaria di Lega per lo Spi tra il 2010 e il 2014, attualmente vive a Piacenza. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti
|
IMMAGINI |
LINK
|
CREDITS |