Pubblichiamo di seguito e a questo link il testo del saluto iniziale di Anna Salfi, Presidente della Fondazione Argentina Bonetti Altobelli, al Convegno “Dallo Statuto dei lavoratori alla Carta dei Diritti universali – Le Assise per la difesa delle libertà democratiche del 17 aprile 1955, lo Statuto dei Lavoratori: il lungo cammino della CGIL per la democrazia sul lavoro“, che ha avuto luogo il 12 ottobre 2016 a Bologna.
Benvenuti e grazie per la presenza a Rolando Dondarini e al Comune di Bologna che ci ospita, all’Assessore Davide Conte qui presente in rappresentanza del Sindaco. L’iniziativa di oggi nasce dalla collaborazione tra l’Archivio Storico Sindacale Paolo Pedrelli della Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna e la Fondazione Argentina Bonetti Altobelli che mi onoro di presiedere.
Non è una collaborazione nata casualmente ma rappresenta l’idea e la volontà della Fondazione e della CGIL dell’Emilia Romagna di rafforzare la collaborazione tra le sedi dell’elaborazione e della ricerca sociale con l’insieme dei nostri archivi che sono spesso dimenticati e a volte trascurati, ma che conservano materiali di inedita rilevanza per il movimento sindacale e per la storia sociale di questi territori e di questa regione.
Oggi presentiamo la storia e le storie legate ad un evento avvenuto a Bologna nel 1955 che si colloca lungo la lunga strada percorsa dalla CGIL per l’ottenimento di una più rilevante tutela e promozione del lavoro e della democrazia nei posti di lavoro.
Strada che oggi è percorsa dalla proposta della Carta dei diritti universali e dei tre referendum che ad essa si legano. Mi preme sottolineare solo un punto che ritengo rilevante ai fini della nostra discussione che che mi sembra spesso trascurato. Si tratta dell’analisi di contesto. Di allora e di ora.
La particolarità delle Assise, la conquista dello Statuto ed oggi la promozione della Carta sono particolarmente determinate dal contesto in cui si realizzano. E proprio ripercorrendo il contesto di allora possiamo comprendere come il contributo di giovani studenti e lavoratori sia stato determinante per l’acquisizione dello Statuto dei lavoratori.
Di come, d’altro canto personalità come Giacomo Brodolini il Ministro del Lavoro del tempo, Gino Giugni Giurista del lavoro, Giuseppe Di Vittorio Segretario generale della CGIL abbiamo fatto di questo un obiettivo centrale dei propri studi, delle proprie volontà, della propria vita politica e sindacale.
Contesto generale, ma anche forti, fortissime volontà individuali hanno permesso l’ottenimento di una legislazione tra le più avanzate in campo europeo. Ciò vale a dire che si può fare e che anche oggi si può fare.
E se abbiamo necessità di imparare dall’esperienza e dalla storia, altrettanto abbiamo bisogno di una profonda conoscenza della nostra situazione attuale, di conoscerne le caratteristiche, le condizioni, le difficoltà, le potenzialità, le strade da percorrere, ma sapendo – anche – che ci vorrà tutta la nostra determinazione per ottenere dei successi. Che senza la nostra più profonda convinzione e volontà la conoscenza non basterà.
Sarà indispensabile costruire e rinsaldare i rapporti con l’esterno, con i luoghi dello studio e della ricerca, dell’associazionismo, della cultura. Fare oggi quello che ieri è stato fatto e che ha reso possibile quel che a tanti appariva impossibile. E’ questa forse la lezione più forte che ci viene dalla storia e anche dalla storia di questo evento.
Già, la storia e la memoria ci vengono ancora una volta in aiuto. Diceva bene Rolando Dondarini come la Storia debba essere definitivamente considerata come un Patrimonio dell’Umanità, un patrimonio prezioso ancorché intangibile.
E alla Regione Emilia Romagna che, proprio sulla base di considerazioni analoghe, si è dotata di una nuova legislazione a promozione della memoria e dei giacimenti culturali chiediamo che questa possa essere una strada, uno strumento utile per salvaguardare anche i nostri documenti e la nostra memoria. Al Comune di Bologna, per contro, ricordiamo l’idea di costituire una Casa del Novecento che accolga tutte le espressioni culturali, archivistiche, storiche del secolo breve. Se ne parla da anni, forse è il caso di provare a costruirla.
Abbiamo bisogno di risorse umane e materiali, dell’intelligenza e dell’opera di giovani appassionati e appassionabili ai temi legati al lavoro, al movimento sindacale, ai diritti sociali. In un tempo che sembra scordarne l’importanza.
E, infine, vorrei cogliere questa rilevante occasione per annunciare che quest’anno in vista delle attività del 2017 la Fondazione emanerà un Bando di concorso per tesi di laurea e ricerche rivolto a giovani studenti, studentesse e studiosi.
Il bando che sarà pubblicato prossimamente sul sito della Fondazione consultabile all’indirizzo web: www.fondazionealtobelli.it . Il Bando di concorso riguarderà materie diverse, non solo storiche e verterà prioritariamente sui temi delle migrazioni – emigrazioni e sui diversi aspetti che hanno contribuito all’intensa stagione degli anni ’70, ponendo, come sempre avviene nelle attività organizzate e promosse dalla Fondazione, una particolare attenzione all’emersione delle biografie delle sindacaliste emiliano-romagnole che di questi fatti furono protagoniste.
A Elisabetta Perazzo, Responsabile dell’Archivio storico sindacale Paolo Pedrelli un grazie per il lavoro fatto assieme con l’augurio che questa sinergia possa continuare e rafforzarsi. E’ un grazie speciale ad una donna che non ha smarrito l’entusiasmo e la generosità di sempre in un momento doloroso e difficile della sua vita personale.
A voi, a noi tutti, buon lavoro.