COGNOME | Bonetti |
NOME | Argentina |
DATA DI NASCITA | 02/07/1866 |
LUOGO DI NASCITA | Imola (BO) |
DATA DI MORTE | 26/9/1942 |
LUOGO DI MORTE | Roma (RM) |
STATO CIVILE | coniugata | TITOLO DI STUDIO | nessuno |
PROFESSIONE | sindacalista |
APPARTENENZA POLITICA | socialista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO | Partito socialista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE | Federazione nazionale dei lavoratori della terra; Camera del Lavoro di Bologna; Consiglio superiore del lavoro |
LUOGHI DI ATTIVITÀ | Parma, Bologna, Roma |
PROFILO BIOGRAFICO Nata il 2 luglio 1866 a Imola in una famiglia piccolo borghese la cui attività era legata al commercio, Argentina visse la prima infanzia in un ambiente permeato di forti ideali democratici ispirati ai principi mazziniani. Affidata, dopo la nascita della sorella Enrica, agli zii paterni residenti a Parma per ragioni di lavoro, Argentina seguì la nuova famiglia nei suoi trasferimenti prima a Piacenza, poi a Bologna. Accanita lettrice si formò da autodidatta una solida cultura, contrastando l’ottusità degli zii che l’avrebbero voluta meno istruita e più sottomessa a quella tradizione che vedeva nell’educazione un pericolo per le donne. A Parma, dove prese anche a frequentare la facoltà di Giurisprudenza, maturò il suo amore per la politica grazie all’incontro coi socialisti locali tra cui Luigi Musini e Agostino Berenini. Abbandonato il giovanile idealismo mazziniano, si avvicinò progressivamente al socialismo di cui condivideva sempre più l’impegno a favore delle classi sociali più deboli. Nel 1886 seguì gli zii nel loro trasferimento a Bologna dove iniziò una attiva collaborazione con la Società Operaia femminile, operante in città fin dal 1875, sodalizio di cui nel 1890 divenne presidente. Nel 1893 fu tra i fondatori della Camera del Lavoro bolognese, entrando fin da subito nella Commissione esecutiva. Nel capoluogo felsineo conobbe Abdon Altobelli, giornalista e scrittore di novelle e racconti sociali, allievo di Giosuè Carducci e amico di Giovanni Pascoli e Andrea Costa, ed attivista del socialismo locale. Più vecchio di lei di 17 anni, Abdon conquistò Argentina con la sua intelligenza, la vasta cultura e una innata modestia. Si sposarono nel 1889 e nel 1890 nacque il loro primo figlio Demostene (detto Demos), seguito due anni dopo da una bambina, Trieste. La vita coniugale e le maternità non furono da ostacolo all’impegno politico di Argentina che, stimolata dal marito, continuò quell’attività pubblica e sociale rivolta verso i soggetti più deboli – soprattutto i contadini e le donne – per la cui emancipazione si batté con forza. Si adoperò per l’organizzazione di leghe di resistenza operaie e contadine con l’obiettivo di radicare nel territorio le strutture di base di una moderna organizzazione sindacale e politica. Questa attività contribuì a far crescere la sua popolarità soprattutto fra le lavoratrici. Tra il 1900 e il 1901 si impegnò a sostegno di progetti di legge riguardanti il lavoro delle donne e dei minori. Nel 1901 partecipò a Bologna al congresso costitutivo della Federazione nazionale dei lavoratori della terra, di cui nel 1906 divenne Segretario, incarico che tenne per quasi vent’anni fino al suo scioglimento ad opera del fascismo. Sempre nel 1906 entrò nella direzione del Partito socialista. Costante fu, all’interno di tutte queste istituzioni, l’impegno a favore del riscatto morale ed economico dei più deboli e della loro tutela attraverso strumenti legislativi volti alla determinazione di una decisa politica di riforme sociali. A partire dal 1908 avviò una stretta collaborazione con l’Unione femminile italiana, segno del suo impegno per l’affermazione dei diritti delle donne nei campi del lavoro, dell’istruzione e per il suffragio. Nel 1912 fu tra le ideatrici del periodico “La difesa delle lavoratrici” dalle cui pagine rilanciò i temi della legislazione sociale. Nel 1912 entrò, in rappresentanza della Fnlt, nel Consiglio superiore del lavoro, incarico che le sarà riconfermato nel 1915. Contraria alla guerra, Argentina sostenne la posizione non interventista del Psi e, per rafforzare il suo impegno pacifista, cercò di stringere rapporti con le organizzazioni femminili socialiste in campo internazionale. Nel 1918 fu nominata dal governo a fare parte della Commissione per la riorganizzazione economica post-bellica, come membro della sotto commissione che si occupava della ripresa della produzione agraria. I temi della terra continuavano ad essere il centro del pensiero di Argentina che, nel 1920, ad Amsterdam partecipò al congresso costitutivo dell’Internazionale dei lavoratori della terra, di cui divenne membro del Comitato esecutivo. Nel 1921, a Ginevra, partecipò, come rappresentante sindacale italiana, alla Terza conferenza generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro della Società delle Nazioni. Nel 1922, in seguito ad una rottura all’interno del Psi che portò all’espulsione dal partito dei riformisti, fu, assieme a Filippo Turati, Giacomo Matteotti e Claudio Treves, tra i fondatori del Partito socialista unitario. Di fronte al montare dello squadrismo fascista, Argentina mantenne forte la difesa dell’autonomia d’azione della Fnlt, ma quando nel 1924 la Federazione venne sciolta, così come i sindacati e le altre associazioni politiche ostili al regime, si ritirò dalla vita pubblica, rifugiandosi tra gli affetti famigliari. Lasciò anche Bologna per trasferirsi con la figlia a Roma, dove morì il 26 settembre 1942. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti archivistiche
Bibliografia
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