COGNOME |
Tarozzi |
NOME |
Vittorina |
DATA DI NASCITA |
23/05/1918 |
LUOGO DI NASCITA |
Sala Bolognese (BO) |
DATA DI MORTE |
15/04/1998 |
LUOGO DI MORTE |
Bologna |
STATO CIVILE |
|
TITOLO DI STUDIO |
3ª elementare |
PROFESSIONE |
operaia; commessa |
APPARTENENZA POLITICA |
comunista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO |
Partito comunista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE |
|
LUOGHI DI ATTIVITÀ |
Bologna |
PROFILO BIOGRAFICO
Vittorina Tarozzi iniziò a lavorare a 13 anni presso la fabbrica metallurgica Benfenati per aiutare la famiglia. Dopo appena 18 mesi si licenziò perché convinta che il suo lavoro non fosse giustamente retribuito e nel 1935 fu assunta alla fonderia Calzoni dove le condizioni di lavoro e quelle igieniche erano durissime con orari di lavoro lunghi e mansioni sottopagate.
Con l'inizio della guerra e la militarizzazione della fabbrica le condizioni di lavoro peggiorarono ulteriormente e Vittorina, che si oppose all'aumento del cottimo, venne licenziata in tronco. Tale esperienza le fu utile per acquisire una coscienza di classe e la consapevolezza che la lotta per arrivare a risultati dovesse necessariamente essere organizzata.
Fu successivamente assunta alla saponeria Malmusi & Gentili dove strinse rapporti con operaie antifasciste comuniste. Dopo il 25 luglio 1943 e i primi bombardamenti si formò in fabbrica una delegazione per portare avanti i diritti dei lavoratori tra i quali il supplemento generi alimentari, i copertoni per le biciclette e l'eliminazione del caporalato. La fabbrica fu distrutta dopo il bombardamento che colpì Bologna a fine settembre 1943 e la lavorazione venne trasferita alle Saponerie Italiane dove Vittorina cominciò a distribuire volantini antifascisti contro la guerra, i fascisti e i nazisti. Entrata in contatto con il responsabile del Partito comunista interno alla fabbrica, fu tra le organizzatrici dello sciopero dell'aprile 1944 grazie al quale gli operai riuscirono ad ottenere la cancellazione delle precettazioni per il lavoro in Germania. Successivamente vi furono altre sospensioni organizzate dal lavoro. Smobilitata la fabbrica dopo il bombardamento dell'ottobre 1944, Vittorina svolse attività organizzativa nei Gruppi di difesa della donna e missioni in qualità di staffetta per le formazioni partigiane.
Fu tra le donne che parteciparono alle manifestazioni bolognesi nel marzo 1945 in Comune e presso la Manifattura tabacchi per reclamare il sale, e del 16 aprile 1945 in piazza Garibaldi quando le donne chiesero la fine del conflitto.
Nel dopoguerra Tarozzi è stata eletta in Consiglio comunale a Bologna negli anni 1946, 1951 e 1956. È morta a Bologna nel 1998.
È stata riconosciuta partigiana dal 1° aprile 1944 alla Liberazione. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
- Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), vol. V, Dizionario biografico R-Z, Bologna, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1998, ad nomen.
- Testimonianza di Vittorina Tarozzi in Luciano Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, vol. III, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1970, pp. 121-127.
|
scheda compilata da: Simona Salustri