COGNOME | Dal Monte |
NOME | Vittorina |
DATA DI NASCITA | 18/01/1922 |
LUOGO DI NASCITA | Imola (BO) |
DATA DI MORTE | 11/12/1999 |
LUOGO DI MORTE | Bologna |
STATO CIVILE | nubile | TITOLO DI STUDIO | Licenza media |
PROFESSIONE | sarta; ambulante; mondina; lavoratrice agricola |
APPARTENENZA POLITICA | comunista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO | Gioventù comunista francese; Partito comunista francese; Partito comunista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE | Cgil: Federazione operai tessili; Federazione lavoratori dell'abbigliamento |
LUOGHI DI ATTIVITÀ | Francia, Imola (BO), Bologna, Milano, Torino, Roma |
PROFILO BIOGRAFICO Vittorina Dal Monte nacque a Imola, in provincia di Bologna, nel 1922, da Romeo e Maria Quattrosoldi, braccianti antifascisti e fondatori della locale sezione del Partito comunista. Nel 1927, in seguito alla condanna del padre al confino da parte del regime fascista, fu costretta a trasferirsi in Sicilia a Lipari. Terminato il confino, il padre venne nuovamente arrestato e, di seguito, espatriò in Francia dove, qualche anno dopo, si trasferì anche la famiglia, compresa Vittorina. In Francia Vittorina frequentò la scuola fino all'equivalente della terza media italiana, iniziando a lavorare a 13 anni in una sartoria. Tra la fine degli anni Trenta e l'inizio degli anni Quaranta lavorò come ambulante e mondina. In quegli anni maturò la sua formazione politica, che la spinse a far parte della Gioventù comunista francese. Durante il secondo conflitto mondiale, rientrò in Italia e successivamente prese parte attiva alla Resistenza. Come il padre, Vittorina Dal Monte è stata riconosciuta partigiana, in particolare, del battaglione Pianura della brigata Sap di Imola dal 1° agosto 1944 al 14 aprile 1945 con il grado di sottotenente. Nell’immediato dopoguerra, Vittorina assunse vari incarichi politico-sindacali, nel Partito comunista, nell’Unione Donne Italiane, all’interno della Cgil e nelle amministrazioni locali, che la spinsero a muoversi ripetutamente in varie città d’Italia (Bologna, Torino, Milano, Roma). Nel 1946 frequentò un corso di tre mesi presso la scuola del Partito comunista, in seguito al quale divenne funzionaria della Federazione bolognese del Pci, entrando a far parte nel 1948 della rispettiva Segreteria e della Commissione femminile, incarico che mantenne fino al 1952. Contemporaneamente, nel 1951 venne eletta, sempre tra le fila del Pci, nel Consiglio provinciale di Bologna dove rimase fino al 1953. Tra il 1952 e il 1953 fece anche parte della Giunta provinciale, ricoprendo la carica di assessore all'infanzia e maternità. Nel 1953, si trasferì a Torino per occuparsi della Commissione femminile del Pci torinese, dove rimase fino al 1956. In quell’anno, si trasferì a Roma accogliendo l'invito a far parte della Segreteria nazionale dell’Udi. Dal 1958 al 1963, svolse attività sindacale presso il Sindacato operai tessili, come responsabile del settore delle confezioni in serie. Nel 1963 entrò nella Segreteria nazionale della categoria e si trasferì a Bologna per guidare le lotte delle lavoranti a domicilio, rimanendovi fino al 1965. In quell’anno, si trasferì a Milano per ricoprire il ruolo di Segretario generale della Federazione lavoratori dell’abbigliamento, incarico che mantenne fino al 1967. Trasferitasi nuovamente a Bologna, dal 1967 al 1979 fu impegnata come funzionaria nel Pci bolognese, responsabile per il partito del Quartiere Saffi. Contestualmente, continuò, a occuparsi delle fabbriche a prevalente manodopera femminile, dei diritti delle donne e delle politiche di pari opportunità. Una volta in pensione, tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta, continuò il suo impegno politico, che la spinse a collaborare dapprima con l’Udi di Bologna (1979-89) e successivamente con il Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne di Bologna. Negli anni Novanta aderì al Partito democratico della sinistra (Pds), continuando a impegnarsi come attivista. A lei il Comune di Bologna ha intitolato un giardino in via Emilia Levante 140. Il Comune di Imola le ha intitolato un'area verde presso via Capelli. Si spense a Bologna nel 1999. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti archivistiche
Bibliografia
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IMMAGINI |
CREDITS |