COGNOME | Bassi |
NOME | Maria |
DATA DI NASCITA | 15/01/1925 |
LUOGO DI NASCITA | Solarolo (RA) |
DATA DI MORTE | 21/09/1999 |
LUOGO DI MORTE | Ravenna |
STATO CIVILE | nubile | TITOLO DI STUDIO | Licenza elementare |
PROFESSIONE | mezzadra |
APPARTENENZA POLITICA | comunista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO | Partito comunista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE | Cgil: Camera del Lavoro di Ravenna; Federazione lavoratori abbigliamento; Confederterra; Federbraccianti |
LUOGHI DI ATTIVITÀ | Ravenna |
PROFILO BIOGRAFICO Maria Bassi nacque nel 1925 a Solarolo, in provincia di Ravenna, da una famiglia molto numerosa di mezzadri antifascisti. Il padre morì quando lei aveva solo 11 anni, cosa che la spinse a lavorare in campagna fin da piccolissima, alternando il lavoro dei campi alla filatura, come usava nelle famiglie contadine dell’epoca. La famiglia degli zii, che si prese cura di lei e di sua madre dopo la morte del padre, era molto religiosa, cosa mal tollerata da Maria che spesso saltava le funzioni religiose. L’interesse per la politica maturò precocemente e non solo grazie al milieu familiare. Decisivo fu l’incontro con un bracciante antifascista che lavorava per la famiglia e le trasmise un’immagine mitica dell’Urss. Dopo l’8 settembre 1943, la sua casa divenne la sede delle riunioni del gruppo dirigente della Resistenza ravennate e luogo di collegamento tra 28a e 36a Brigata Garibaldi. La sorella morì durante gli ultimi bombardamenti prima della fine della guerra, mentre partecipava a una riunione del Comitato di Liberazione ravennate. Per il suo impegno come staffetta partigiana, alla fine del conflitto ricevette la Croce d’oro. Si oppose, senza risultato, alla tosatura delle donne ree di aver intrattenuto relazioni con il nemico durante la guerra. All’indomani della Liberazione, Maria continuò ad abitare a Solarolo, dove divenne una dirigente dell’Udi e del Pci. Negli anni del dopoguerra, alla sua formazione politica contribuirono diversi corsi organizzati dal Partito comunista, prima presso la scuola di Reggio Emilia subito dopo la Liberazione e poi alla Scuola femminile nazionale del Pci di Faggeto Lario (Como). Nel 1950, si trasferì a Ravenna città, dove venne incaricata di dirigere la Commissione Femminile della Camera del Lavoro locale. In quel periodo, si occupò inoltre della condizione dei braccianti e mezzadri, entrando a far parte della Confederterra. Nel 1951, dopo un viaggio in Urss, assunse la responsabilità della Commissione femminile del Pci ravennate, mantenendo l’incarico fino al 1959. L’aspirazione di essere indipendente grazie al suo lavoro fu un elemento costitutivo del carattere di Maria, che la spinse a prendere la patente già nel 1954. In quanto unica dirigente di sesso femminile dell’epoca con la patente, fu autorizzata a usare la macchina del partito per svolgere il lavoro organizzativo tra le donne. Questa stessa aspirazione la spinse a non sposarsi, per non dover sottostare ai vincoli che il matrimonio avrebbe imposto alla sua attività di dirigente politico-sindacale. Nel 1960, Maria tornò al sindacato per ricoprire l’incarico di Segretario generale della Federazione lavoratori dell’abbigliamento (Fila). Nella prima metà degli anni Sessanta, organizzò un importante sciopero all’Omsa, che durò oltre trenta giorni e vide il coinvolgimento di oltre 900 operaie e operai. Un’altra importante vertenza diretta da Maria fu quella dei 600 calzaturieri di Fusignano, che scioperarono ininterrottamente per oltre un mese. L’inasprimento della vertenza e l’intervento della polizia, provocò nel 1962 l’arresto di Maria e il suo incarceramento per 3 mesi con l’accusa di “assembramento non autorizzato”. Durante il tempo trascorso in carcere, che ricorda come terribile per le pessime condizioni delle celle sprovviste di riscaldamento, Maria studiò per sostenere l’esame di quinta elementare, conseguendo la licenza elementare. Nel 1965, lasciò il sindacato dell’abbigliamento per dirigere la Federbraccianti di Ravenna, incarico che mantenne per quasi un decennio. Essere Segretario generale della Federbraccianti negli anni Sessanta, inizialmente non fu facile per Maria. Come lei stessa ricorda, vincere le resistenze che la vedevano inadatta a quel ruolo in quanto donna, richiese tempo. Oltre agli incarichi politico-sindacali, Maria svolse anche il ruolo di amministratrice, come consigliere comunale a Solarolo, il suo comune di origine, e consigliere provinciale a Ravenna. Il suo impegno per i diritti femminili e per la parità tra uomo e donna, la portarono a far parte del Comitato direttivo dell’Udi ravennate. Si spense nel 1999. Nel 2012 una via è stata intitolata in suo nome nella zona Bassette. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti archivistiche
Fonti iconografiche
Bibliografia
|
IMMAGINI |
LINK |
CREDITS |