COGNOME | Turtura |
NOME | Donatella |
DATA DI NASCITA | 30/03/1933 |
LUOGO DI NASCITA | Bologna |
DATA DI MORTE | 02/09/1997 |
LUOGO DI MORTE | Roma |
STATO CIVILE | nubile | TITOLO DI STUDIO | Lincenza media |
PROFESSIONE | |
APPARTENENZA POLITICA | comunista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO | Partito comunista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE | Cgil: Federbraccianti; Cgil nazionale; Sindacato dei lavoratori dei trasporti; Federazione enti locali; Federazione lavoratori del commercio |
LUOGHI DI ATTIVITÀ | Bologna, Roma |
PROFILO BIOGRAFICO Donatella Turtura nacque a Bologna nel 1933, da una famiglia di estrazione borghese. Padre e madre erano stati fortemente influenzati dagli ideali risorgimentali, tanto da essere definiti mazziniano lui e garibaldina lei. Terza di quattro fratelli, completate le scuole medie Donatella frequentò, senza concludere, il liceo Galvani a Bologna, durante il quale fece la conoscenza di personaggi come Italia Betti e Giuseppe Gabelli che ne influenzarono la formazione non solo culturale ma anche politica. Nel 1947 si iscrisse al Partito comunista, frequentando la sezione Ghini attiva nel centro storico di Bologna. Abbandonati gli studi per dedicarsi interamente all'attività politica, frequentò un corso di partito presso la scuola Marabini di Bologna prima e la scuola centrale femminile di Faggeto Lario (Como) poi. Entrò giovanissima alla Camera del Lavoro di Bologna, occupandosi della Federazione enti locali e, nello specifico, dei lavoratori ospedalieri. In occasione delle elezioni politiche del 1953, venne inviata, con altri funzionari della Cgil, a Benevento per contribuire all'organizzazione della campagna elettorale e all'opposizione alla cosiddetta "legge truffa". Lì, il 31 marzo 1953, fu arrestata con l'accusa di "resistenza, violenza, oltraggio alla forza pubblica". Rimase in carcere una settimana, poi venne rilasciata perché ancora minorenne ma con il "foglio di via" che la obbligava a rientrare a Bologna. Donatella, tuttavia, volle continuare la sua permanenza al Sud e si recò ad Avellino, dove continuò ad impegnarsi nella campagna elettorale fino alla data delle elezioni, che si tennero ai primi di giugno. Rientrata a Bologna, su invito di Diana Sabbi, Donatella passò al sindacato del commercio, occupandosi in particolare di organizzare le lavoratrici dei grandi magazzini. L'incarico durò solo pochi anni, perché nel 1956 proseguì la sua attività nel Pci, divenendo responsabile della Commissione femminile della Federazione di Bologna ed entrando nel rispettivo Comitato federale. Dal 1958, fece inoltre parte della Segreteria della Federazione bolognese e dal 1959 del Comitato regionale di coordinamento del Pci emilliano-romagnolo, costituitosi poco prima. Nel 1960, Donatella venne riconfermata nella Segreteria del Pci bolognese e ottenne la responsabilità della Commissione lavoro. In quello stesso anno, in occasione delle elezioni amministrative, a soli 27 anni venne eletta nel Consiglio provinciale di Bologna. Nel 1961, lasciò il Pci bolognese per trasferirsi a Roma, passando nuovamente al sindacato con l'incarico di responsabile della Commissione femminile della Cgil, della quale trasformò i connotati promuovendone la trasformazione in Ufficio lavoratrici. Alla base di questa trasformazione, l'idea che fosse necessario promuovere i quadri femminili in ruoli generali. Dal 1962 al 1967 diresse il neo-costituito Ufficio lavoratrici, impegnandosi in particolare per la revisione della legge 860 sulle lavoratrici madri e nei lavori preparatori della Conferenza nazionale sull'occupazione femminile che si tenne nel 1968. Nel 1967 passò alla Federbraccianti, entrando nella Segreteria nazionale. Durante gli anni della grande conflittualità promosse un ripensamento del problema agrario, mettendo al centro il problema dell'uso della terra e lo sviluppo industriale ad esso collegato. Dieci anni dopo, nel 1977, fu la prima donna ad essere eletta Segretario generale della categoria. Mantenne il nuovo incarico per pochi anni poiché nel 1980 venne chiamata da Luciano Lama a far parte della Segreteria nazionale della Cgil, all'interno della quale si occupò in particolare del Dipartimento territorio e regioni. Ancora una volta, fu la prima donna a ricoprire tale incarico. Nel 1988 divenne Segretario generale aggiunto del Sindacato dei lavoratori dei trasporti (Filt). Tornata in Cgil nazionale nel 1991 si occupò della lotta alla criminalità. L'anno successivo venne nominata coordinatrice dell'Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel, divenendone consigliera nel 1993. Nel 1996, ottenne la carica di Presidente del Collegio statutario della Cgil. Si spense a Roma nel settembre 1997. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti archivistiche
Fonti iconografiche
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