COGNOME | Marchi |
NOME | Rosa |
DATA DI NASCITA | 3/11/1919 |
LUOGO DI NASCITA | Loiano |
DATA DI MORTE | 3/09/2007 |
LUOGO DI MORTE | Bologna |
STATO CIVILE | nubile | TITOLO DI STUDIO | Licenza elementare |
PROFESSIONE | operaia |
APPARTENENZA POLITICA | comunista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO | Partito comunista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE | Cgil: Federazione impiegati operai metallurgici |
LUOGHI DI ATTIVITÀ | Bologna |
PROFILO BIOGRAFICO Rosa Marchi nacque a Loiano nel 1919, da una famiglia contadina antifascista di umili origini, trascorrendo l’infanzia tra Loiano e Monzuno, nelle colline bolognesi. Nel 1935, si trasferì a Bologna con la famiglia e l’anno successivo trovò lavoro in uno zuccherificio, dove rimase fino al 1939 quando venne licenziata con l’accusa di scarso rendimento a seguito di alcuni problemi di salute. Durante la guerra ebbe una relazione, dalla quale ebbe un figlio. Decise di non sposarsi, non condividendo né la posizione politica né la mentalità del padre di suo figlio. La guerra ebbe un’importanza significativa nell’acquisizione di una coscienza politica da parte di Rosa che, a differenza di altre, non ebbe tuttavia un ruolo attivo nella Resistenza. Nel 1945, si iscrisse al Pci e poco dopo all’Udi, iniziando una militanza di lunga durata che fu particolarmente intensa anche sul fronte dei diritti delle donne. Nel gennaio 1946, iniziò nuovamente a lavorare come operaia alla fabbrica metalmeccanica Weber, un’esperienza che ebbe un impatto decisivo sulla sua futura militanza politico-sindacale. In breve, entrò a far parte della Commissione interna della fabbrica e divenne segretaria della sezione comunista dello stabilimento. Nel 1947, fu anche eletta nel Comitato federale del Pci bolognese. Nel 1948, per un breve periodo fu chiamata a svolgere attività di funzionaria alla Fiom di Bologna, in sostituzione di un’altra sindacalista. Dopo poco rientrò alla Weber, dove rimase fino al 1954 quando venne licenziata per rappresaglia politico-sindacale. Il suo licenziamento ebbe un impatto tutt'altro che trascurabile sulla famiglia di Rosa, rendendo necessario l'ingresso nel mondo del lavoro del figlio ancora adolescente per contribuire al bilancio familiare. Rosa fu particolarmente attiva nelle lotte contro i licenziamenti degli anni Cinquanta, divenendo funzionaria della Fiom bolognese dopo il licenziamento. Conclusa l'esperienza sindacale, lavorò alla Manutencoop, dove ricoprì l'incarico di direttore del personale. Vi rimase fino al suo pensionamento, avvenuto nel 1975. Negli anni Settanta, mentre proseguiva la sua militanza nel Partito comunista aderì anche all’Associazione perseguitati e licenziati per rappresaglia politico-sindacale. In seguito all’approvazione della legge nel 1974 promossa dalla stessa, le fu riconosciuto lo status di licenziata per rappresaglia politico-sindacale. Nel 1977, Rosa fu tra i fondatori del Centro sociale "Barca", dedicandosi negli anni successivi alla realizzazione di molteplicità attività dedicate agli anziani. Nel 1980, venne eletta consigliere presso il Quartiere Barca, incarico che mantenne fino al 1985. Si è spenta a Bologna nel 2007. Da allora il centro sociale da lei fondato è intitolato in suo nome. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti archivistiche
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IMMAGINI |
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