COGNOME | Costa |
NOME | Alda |
DATA DI NASCITA | 26/01/1876 |
LUOGO DI NASCITA | Ferrara |
DATA DI MORTE | 30/04/1943 |
LUOGO DI MORTE | Copparo (FE) |
STATO CIVILE | nubile | TITOLO DI STUDIO | Diploma magistrale |
PROFESSIONE | insegnante elementare |
APPARTENENZA POLITICA | socialista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO | Partito socialista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE | nessuna - membro esecutivo della Camera del Lavoro |
LUOGHI DI ATTIVITÀ | Ferrara |
PROFILO BIOGRAFICO Alda Costa nacque a Ferrara il 26 gennaio 1876 da Vincenzo e Caterina Zaballi. Diplomatasi - come la madre - maestra elementare, iniziò ad insegnare nel 1895 e nel settembre 1899 ottenne il ruolo di maestra comunale a Ferrara. Attratta dalle idee socialiste riformiste, iniziò la sua attività politica e sindacale all’interno del Psi promuovendo, nel 1905, la nascita della Federazione provinciale dei circoli socialisti ferraresi. Nel 1907 entrò nella Federazione di Ferrara del Partito socialista italiano e collaborò al giornale socialista-riformista locale "Pensiero socialista". La collaborazione con le principali testate di partito fu un elemento fondamentale della biografia di Alda, consapevole dell’importanza della stampa come strumento di riflessione e educazione alla politica. Nel 1913 fu tra i fondatori di "Bandiera socialista", che divenne il giornale ufficiale sindacale e politico del socialismo riformista ferrarese. Da quell’anno Alda divenne collaboratrice di Gaetano Zirardini (nuovo segretario comunale) nel lavoro di direzione della Camera del Lavoro e della Federazione socialista locale. Neutralista convinta, allo scoppio del primo conflitto mondiale diede vita ad una intensa propaganda antimilitarista organizzando dimostrazioni pacifiste delle donne nella provincia ferrarese. Nel novembre del 1916 il Congresso socialista regionale del partito svoltosi a Bologna, la nominò responsabile della propaganda per la pace e dell’organizzazione femminile. Durante i lavori del Congresso, Alda intervenne a sostegno della scuola laica indispensabile strumento per formare le coscienze dei giovani e dei lavoratori. Inoltre svolse un ruolo attivo nelle agitazioni contro la guerra svoltesi nel Ferrarese a partire dal gennaio 1917. Questa sua decisa presa di posizione indusse la polizia a schedarla come “sovversiva pericolosa”. Gli attacchi contro la Costa si intensificarono quando il 26 gennaio 1917 si rifiutò di condurre i suoi allievi alla proiezione di un film di propaganda sulla presa di Gorizia. Nei numerosi articoli di giornale che uscirono sulla stampa locale contro di lei, accanto agli attacchi per la sua fede politica e le scelte antimilitariste, non si risparmiavano nemmeno le critiche alle sue scelte di vita privata, che la dipingevano come “una signorina stagionata”. A questi attacchi Alda rispose riaffermando la sua idea di educazione che doveva essere “fattrice” di pace e di sentimenti di umanità. Nel 1917 entrò negli esecutivi della Federazione del Partito socialista italiano e della Camera del Lavoro di Ferrara. Nel primo dopoguerra si scontrò da un lato con le donne rivoluzionarie e massimaliste del partito e dall’altro con il movimento squadrista fascista. Quando i maggiori dirigenti socialisti furono costretti all’esilio, Alda continuò, anche in forma clandestina, il suo impegno politico, sociale e di insegnante. Nel 1925 rifiutò di sottoporsi, come maestra elementare, all’obbligo di salutare romanamente. Tale scelta ebbe come conseguenza la perquisizione della sua abitazione e, il 17 marzo 1926, prima la sospensione dall’insegnamento e poi il licenziamento. Nell’autunno dello stesso anno Alda si trasferì a Milano dove venne arrestata e assegnata al confino per 5 anni, periodo che trascorse tra le isole Tremiti e la Basilicata (a Corleto Perticara in provincia di Potenza). Rientrata a Ferrara dopo un accorciamento della pena a soli 2 anni, non le fu comunque permesso di riprendere l’insegnamento e quindi fu costretta a chiedere il prepensionamento e a vivere dando lezioni private. Durante la seconda guerra mondiale riprese i contatti con gli antifascisti della provincia, scelta che le costò nuovamente l’arresto nel 1942 e la condanna a un mese di reclusione e di torture per ottenere dettagli della lotta antifascista. Dopo il 25 luglio partecipò agli incontri che avrebbero condotto alla nascita del Cln ferrarese. Arrestata il 15 novembre del 1943, in seguito all’uccisione di un federale fascista, fu condotta nelle carceri di Copparo. Morì di leucemia il 30 aprile 1944 e le fu negato anche il funerale per timore di manifestazioni e tumulti. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti archivistiche
Fonti iconografiche
Bibliografia
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