COGNOME | Oddone |
NOME | Ines |
DATA DI NASCITA | 05/11/1874 |
LUOGO DI NASCITA | Cairo Montenotte (SV) |
DATA DI MORTE | 20/05/1914 |
LUOGO DI MORTE | Gallarate (VA) |
STATO CIVILE | coniugata | TITOLO DI STUDIO | Diploma Scuola Normale |
PROFESSIONE | insegnante elementare |
APPARTENENZA POLITICA | socialista |
ISCRIZIONE A UN PARTITO | Partito socialista italiano |
ORGANIZZAZIONE SINDACALE | Consiglio direttivo Unione magistrale; Unione sindacale italiana |
LUOGHI DI ATTIVITÀ | Bologna, Gallarate (VA) |
PROFILO BIOGRAFICO Ines Oddone Bitelli nacque in una famiglia della media borghesia, il 3 gennaio 1874. Studiò alla Scuola Normale di Roma, città in cui, diplomatasi maestra iniziò a insegnare. Aderì subito all’organizzazione sindacale degli insegnanti divenendo componente del primo Consiglio direttivo dell’Unione magistrale. Sposatasi con Giovanni Bitelli, con il quale condivideva le idee socialiste su posizioni sindacaliste rivoluzionarie, si trasferì a Bologna, dove questi viveva e lavorava. Nella posizione d'archivio del marito, schedato tra le “Persone pericolose per la sicurezza dello Stato”, si legge infatti, come Giovanni Bitelli vivesse "in perfetto accordo con la propria moglie Ines Oddone anch’essa socialista propagandista" e come fosse "solito accompagnarla tutte le volte che la medesima si reca nei paesi limitrofi per tenervi conferenze di propaganda". Entrata a fare parte della Commissione esecutiva della locale Camera del Lavoro, Ines partecipò, nel 1905, come delegata, al 3° Congresso della Resistenza di Genova, occasione in cui sostenne l’indipendenza delle organizzazioni politiche da quelle economiche, posizione che risultò minoritaria. Attenta alla questione femminile e sostenitrice della necessità della diffusione del socialismo tra le donne, fondò, nel 1905 a Bologna, il periodico “La donna socialista” settimanale che affrontava i temi dell’emancipazione femminile dalla liberazione dai pregiudizi religiosi all’organizzazione delle lavoratrici. Sul giornale non appaiono articoli da lei firmati, ma con sicurezza le si possono attribuire tutti gli editoriali e gli interventi non firmati in cui si definisce la linea del giornale. Per le posizioni antimilitariste sostenute sulle pagine del giornale, nel 1906 fu processata presso il Tribunale di Bologna e assolta. Nel 1906, quando seguì a Gallarate il marito chiamato a dirigere la locale Camera del Lavoro, Ines trasferì nel comune lombardo il suo settimanale, che dovette però chiudere presto per mancanza di finanziamenti. Quando, nel 1907, la Camera del Lavoro di Gallarate decise di pubblicare il settimanale “La lotta di classe”, ne affidò la direzione all’Oddone Bitelli, che diede al giornale una marcata impronta sindacalista rivoluzionaria continuando anche un’azione di propaganda a favore dell’educazione politica delle donne chiamate a riflettere sui problemi del lavoro, dell’educazione sessuale, della maternità, della prostituzione, dell’educazione dei figli. Per le sue posizioni antimilitariste nel 1908 fu espulsa dalle scuole di Gallarate dove insegnava. Processata e condannata dal Tribunale di Busto Arsizio a 4 mesi di carcere, per evitare l’arresto si rifugiò a Lugano e accettò un incarico di maestra a Bioglio. Amnistiata, nel 1909 rientrò a Gallarate e accettò un impiego presso il Segretariato del popolo della Camera del Lavoro. Nell’estate del 1911 partecipò alle iniziative di solidarietà promosse dalle Camere del Lavoro a sostegno della lotta degli operai Ilva di Piombino, in particolare organizzando una rete di accoglienza per le famiglie dei figli dei lavoratori. Nel 1912 partecipò a Modena al Congresso nazionale Azione diretta, organo di coordinamento dei sindacalisti rivoluzionari. Nell’occasione Ines ribadì la necessità dell’unità delle organizzazioni sindacali in contrasto con la linea separatista di Alceste De Ambris, che risultò vincente e portò alla nascita dell’Unione sindacale italiana a cui il marito Giovanni aderì fin da subito. Nel 1913 accettò l’incarico di insegnante elementare a Crenna, ma la sua salute era già fortemente minata. Morì a Gallarate il 23 maggio 1914. |
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Fonti archivistiche
Fonti iconografiche
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