La Presidente Anna Salfi e la Fondazione Argentina Bonetti Altobelli tutta si uniscono alla CGIL nazionale nell’esprimere il più sentito cordoglio alla famiglia di Arvedo Forni, grande sindacalista bolognese morto all’età di 95 anni. Riportiamo di seguito la nota della CGIL e una video intervista ad Arvedo Forni in due parti realizzata dall’Archivio Pedrelli di Bologna.
Un memoriale di Forni scritto dall’ex parlamentare Adriana Lodi e comparso su La Repubblica Bologna, è disponibile a questo indirizzo.
“La Cgil ricorda Arvedo Forni come un sindacalista di assoluto primo piano, uno dei grandi costruttori del sindacalismo confederale italiano. Organizzatore di grande spessore, nonché autorevole militante politico, dotato al tempo stesso di grande realismo e di notevole intelligenza politica e organizzativa. Il sindacato guidato da Susanna Camusso saluta, con immenso affetto, uno dei suoi padri nobili. Ai suoi cari le più sentite condoglianze.
Nato nel 1919 a San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, Forni è stato per cinquanta anni militante e dirigente di primo piano della Cgil. Rientrato nel suo paese, dopo la seconda guerra mondiale che vive da soldato, Arvedo Forni si iscrive al Pci e alla Cgil diventando poco dopo, nel 1945, segretario della locale Camera del Lavoro. Si distingue in quegli anni come un organizzatore di grande qualità e assume, siamo nel 1947, la carica di segretario provinciale della Federterra (che diventerà successivamente la Federbraccianti) negli anni caldi, specie a Bologna, della lotta di braccianti della pianura padana frequentemente represse nel sangue dal Ministro dell’Interno, Mario Scelba.
Nel 1952 entra nella segreteria della Camera del lavoro di Bologna fino a diventarne, nel 1955, segretario generale. Molto legato allo storico sindaco di Bologna Giuseppe Dozza, Forni svilupperà con l’allora segretario generale della Cgil, Giuseppe Di Vittorio, un rapporto ‘franco e fraterno’, a partire dalla non condivisione dell’intera camera del lavoro bolognese dello sciopero generale indetto dalla Segreteria della Cgil per i fatti di Ungheria del 1956.
Alla morte di Di Vittorio, Forni viene chiamato a Roma per ricoprire il ruolo di segretario generale aggiunto degli edili mentre, nel 1963, entra nella segretaria di corso d’Italia guidata all’epoca da Agostino Novella. Rimarrà in Cgil nazionale, con responsabilità dapprima legate alle politiche agrarie e successivamente alle politiche sociali e fiscali, fino al 1977, operando nella seconda fase accanto a Luciano Lama. Da menzionare, in questi suoi 14 anni ai vertici della Cgil, l’impegno sul fronte sociale negli anni dell’autunno caldo. E’ infatti il vero promotore dello sciopero generale unitario sulla casa del 19 novembre 1969, passato alla storia per la morte dell’agente della celere Antonio Annarumma. Così come è da ricordare il lavoro svolto con l’allora governo guidato da Emilio Colombo per elaborare la legislazione sull’equo canone”.